Torna l'appuntamento con le interviste di tastingbooks! Sotto i riflettori stavolta un vero e proprio "avventuriero" della scrittura, e non solo. Con la sua vita decisamente fuori dal comune e la sua voglia di farci perdere nei suoi numerosi viaggi in paesi lontani, Marco Capuzzo, ex tour manager dei Subsonica, si presenta in questa rubrica con il suo romanzo: "L'improbabile".
• Parlaci un po’ di te!
Non sono più un ragazzino… ma, nonostante i vizi permanenti mi tengo in forma, vado ancora in canoa e in mountain-bike. Una vita vagabonda, non ricordo neppure in quante città ho vissuto, una specie di apolide. Ora dimoro in una piccola casetta davanti al mare, sulla Costa dei Trabocchi, ci sto bene… ma conoscendomi non garantisco una lunga permanenza. Scrivo, suono, registro, traffico con chitarre anni 70 e compongo musiche, sai mai che prima o poi qualcuno non le apprezzi.
• Come hai scoperto la tua passione per la scrittura? Come l’hai coltivata?
Mi spiace essere riduttivo, ma sinceramente mi sono inventato “scrittore” in una serata come le altre, sai mai cosa m’ha fatto scattare un'idea così bislacca?!?… mi sono dato solo una regola: una paginetta al giorno, né di più né di meno, non voglio stress!
• Parlaci di come sei passato dal mondo della musica a quello della scrittura creativa.
In verità sono entrambe parte della mia quotidianità, la musica è una vecchia amica che mi anche dato di che vivere e la scrittura invece una nuova arrivata ma legata a una storica e sana passione per la lettura.
• Quando scrivi hai già tutta la storia in mente o la elabori strada facendo?
La trama è già tutta nella mia testa dall’inizio… ma quando ho finito di scrivere è diventata un’altra.
• Hai delle abitudini particolari durante la scrittura?
Un buon bicchiere di Montepulciano o di Cerasuolo e la confezione di tabacco con relative cartine sul tavolo.
• Dove trovi l’ispirazione?
E vai a saperlo?… Diceva Keith Richard: “Nessuno scrive canzoni, le canzoni sono nell’aria, bisogna saperle acchiappare”. Temo che per i romanzi valga lo stesso principio.
• Come è cambiata la tua vita scrivendo?
Non è cambiata… solito delizioso delirio.
• Come è nato il tuo romanzo?
Una serata a casa di amici e l’avvincente storia di una nonna … può sembrare strano ma l’idea è partita quella sera, ho rimestato la storia nelle meningi tutta la notte, tra il sogno e il dormiveglia e il mattino seguente mi sono svegliato con l’abbozzo di una trama, ho cambiato ambientazione, personaggi, epoca… e ho cominciato a scrivere.
• Quanto c’è della tua vita nella storia che hai scritto?
La trama è pura fantasia, ma gli avvenimenti sono tutti legati a vicende vissute o in alcuni casi solo osservate come spettatore oppure sentite raccontare. Anche i personaggi sono legati a varie persone con cui, nel bene e nel male, ho avuto a che fare.
• Il tuo libro è ambientato in Tunisia: quanto conosci questo paese e la sua cultura diversa dalla nostra, e quanto ha influenzato la tua scrittura?
Ho viaggiato molto in Tunisia e in altri paesi sia Arabi che di altra cultura, sempre tassativamente solo e con la compagnia di uno zaino, usando i trasporti locali e dormendo nei luoghi più improvvisati, è l’unico modo per capire qualcosa (qualcosina…) di popoli e territori così diversi da noi.
• La caratterizzazione dei personaggi, nel tuo romanzo, è fondamentale. Ne incontriamo veramente molti! A quale di loro sei più legato, e perché?
No… voglio bene a tutti loro e non faccio torto a nessuno.
• La metafora dei Dijin, gli spiriti del deserto: come ce la puoi spiegare?
Fra le varie città in cui ho vissuto, ce n’è una che in particolare amo alla follia: Napoli, lì si dice: “Non è vero ma ci credo”.
• Poche righe per invogliare un lettore a prendere in mano il tuo libro e a tuffarsi nella sua storia.
Penso sia un romanzo impegnato ma volutamente leggero, senza la presunzione di dire gradi cose. C’è un territorio aspro e misterioso, tanti avvenimenti politici e sociali realmente accaduti, attuali e una serie di personaggi, di provenienza diversa, che si deve destreggiare in questo marasma: storie di odio, d’amore, di amicizia, di soldi, di cibo, di ideali, di lavoro e di letto. Un mondo che si sta mischiando, le difficoltà, ma anche i vantaggi, di capirsi e convivere… ma con ironia e soprattutto con speranza.
• Hai qualcosa in cantiere? Una nuova storia?
Ora sto finendo di mixare in casa quello che, nelle intenzioni, dovrebbe essere il mio primo vero album come musicista. Ho fatto tutto da solo (resto il solito mulo), ho scritto testi, musica e arrangiamenti, ho suonato tutti gli strumenti, ho anche cantato e mi duole per le orecchie di chi lo ascolterà. Quando l’avrò finito deciderò che farne, non è escluso il bidone dell’immondizia. Nel frattempo una nuova storiella mi sta gironzolando in testa, ma non dico niente, devo recarmi per un po’ di tempo nel luogo dove intendo ambientarla, raccogliere ulteriori informazioni e poi decidere se vale la pena di darle vita… con la solita regola: una paginetta al giorno, né più né meno… niente stress.
Bella la sua vita ! Libera e magica ...il sogno di molti, vita che nn segue il gregge.....complimenti 🤗