Mi affaccio in seconda battuta agli scritti di Diego Galdino, avendo già letto in passato qualcosa di suo. Siete pronti a tuffarvi un love-drama coreano all'italiana? "Principessa Saranghae" di Diego ha questo profumo e queste sfumature. Ma conosciamo meglio anche l'autore, con questa breve intervista firmata tastingbooks. Buona lettura!
Parlaci un po' di te!
Mi chiamo Diego Galdino, tanti mi definiscono il barista scrittore, altri il Nicholas Sparks italiano. Vivo a Roma e ogni mattina mi alzo prima dell'alba per scrivere i miei romanzi. Tutt'ora lavoro nel Bar dove sono nato e cresciuto.
Ho la fortuna di essere un autore di successo internazionale, pubblicato nei paesi di lingua tedesca, Serbia, Polonia, nei paesi di lingua spagnola e Bulgaria.
Ho esordito con "Il primo caffè del mattino" definito un caso editoriale, di cui sono stati venduti i diritti cinematografici alla Letterbox Film Produktion.
Gli altri miei romanzi sono "Mi arrivi come da un sogno", "Vorrei che l'amore avesse i tuoi occhi", "Ti vedo per la prima volta", "L'ultimo caffè della sera", pubblicati come il primo romanzo con la casa editrice Sperling & Kupfer del Gruppo Mondadori.
Tanti sono soliti definirmi il Nicholas Sparks italiano. Sono inoltre testimonial del Consorzio per il Caffè Espresso Italiano Tradizionale e ho partecipato al documentario svizzero dedicato al caffè "La pulpa und die bohne".
Nel 2020 con "Una storia straordinaria" ho fatto il mio ingresso nel catalogo della Fanucci Editore e l'ultimo mio romanzo da me pubblicato è "Principessa Saranghae" con la Bertoni Editore, un drama coreano all'italiana.
Nasco lettore, se mi chiedessero di scegliere tra leggere e scrivere io sceglierei sempre leggere. Credo che leggere sia la cosa migliore che possa fare un essere umano dopo fare l'amore. La lettura ti forma come persona, rendendoti diverso, speciale. La lettura è un'amica fidata a cui appoggiarsi e trovare conforto, ma anche coraggio, slancio e voglia di vivere.
Prendendo in prestito il pensiero riguardo la lettura di un mio collega molto più illustre di me... "Se non leggi vivi una vita sola".
Come hai scoperto e coltivato la tua passione per la scrittura?
Sono diventato uno scrittore per merito – o colpa – di una ragazza adorabile che a sua volta adorava Rosamunde Pilcher, una scrittrice inglese che di storie d’amore se ne intendeva parecchio.
Un giorno lei mi mise in mano un libro e mi disse: «Tieni, questo è il mio romanzo preferito, lo so, forse è un genere che piace più alle donne, ma sono certa che lo apprezzerai, conoscendo il tuo animo sensibile».
Il titolo del romanzo era "Ritorno a casa" e la ragazza aveva pienamente ragione: quel libro mi conquistò a tal punto che nelle settimane a seguire lessi l’opera omnia dell’autrice. Il mio preferito era I cercatori di conchiglie. Scoprii che il sogno più grande di questa ragazza di cui ero perdutamente innamorato era quello di vedere di persona i posti meravigliosi in cui la Pilcher ambientava le sue storie, ma questo non era possibile perché un grave problema fisico le impediva gli spostamenti lunghi. Così, senza pensarci due volte, le proposi: «Andrò io per te, e i miei occhi saranno i tuoi. Farò un sacco di foto e poi te le farò vedere».
Qualche giorno più tardi partii alla volta di Londra, con la benedizione della famiglia e la promessa di una camicia di forza al mio ritorno. Fu il viaggio più folle della mia vita e ancora oggi, quando ci ripenso, stento a credere di averlo fatto davvero. Due ore di aereo, sei ore di treno attraverso la Cornovaglia, un’ora di corriera per raggiungere Penzance, una delle ultime cittadine d’Inghilterra, e le mitiche scogliere di Land’s End. Decine di foto al mare, al cielo, alle verdi scogliere, al muschio sulle rocce, al vento, al tramonto, per poi all’alba del giorno dopo riprendere il treno e fare il viaggio a ritroso insieme ai pendolari di tutti i santi d’Inghilterra che andavano a lavorare a Londra. Un giorno soltanto, ma uno di quei giorni che ti cambiano la vita.
Tornato a Roma, lasciai come promesso i miei occhi, i miei ricordi, le mie emozioni a quella ragazza e forse le avrei lasciato anche il mio cuore, se lei non si fosse trasferita con la famiglia in un’altra città a causa dei suoi problemi di salute. Non c’incontrammo mai più, ma era lei che mi aveva ispirato quel viaggio e in fin dei conti tutto ciò che letterariamente mi è successo in seguito si può ricondurre alla scintilla che lei aveva acceso in me, la voglia di scrivere una storia d’amore che a differenza della nostra finisse bene.
Il genere “romance”: quanto ci sei affezionato e com’è facile/difficile rispettarlo.
Io scrivo i miei romanzi cercando di rispettare il sentimento dell’amore e non un genere letterario. Io sono uno scrittore innamorato dell’amore, non affezionato a un genere letterario. Romance, rosa, io scrivo romanzi d’amore, racconto di anime destinate ad incontrarsi e stare insieme per sempre, e le anime non hanno genere.
Quando scrivi hai già tutta la storia in mente o la elabori strada facendo?
Non ho mai iniziato a scrivere un romanzo senza sapere come andasse a finire.
Hai delle abitudini particolari durante la scrittura?
Una sola che mi accompagna da sempre… alzarmi prima dell’alba per scrivere un’ora e poi andare ad aprire il bar.
Dove trovi l’ispirazione?
Nella vita che vivo e in quella che vorrei vivere.
Come è cambiata la tua vita scrivendo?
7) Diciamo che lo scrivere ha preso una piega molto diversa da quella che sarebbe dovuta essere all'inizio, ossia solo una passione.
Se mi avessero detto che grazie alla scrittura avrei girato mezza Europa, trovando centinaia di persone ad aspettarmi nelle librerie con fiori, i libri da firmare e tanta stima e affetto nei miei confronti, mi sarei fatto una grande risata e invece... Madrid, Varsavia, Francoforte, Colonia, Zurigo, Sofia eccetera, eccetera.
Come è nato il romanzo “La principessa Saranghae”?
8) Principessa Saranghae è nato perché avevo bisogno di essere salvato in un momento difficile della mia vita.
Ho preso la mano protesa di questa Principessa e sono tornato in superficie.
È vero ogni donna va considerata una Principessa, dalla vita, dall'amore, dagli uomini, dalle donne. Ma questa Principessa, senza nulla togliere alle altre è una donna unica, fuori dal comune, una portatrice di luce, non più la ricerca della felicità, ma la felicità finalmente trovata.
Ho cercato di unire la capacità degli scrittori di drama coreani di vivere l'amore con la giusta lentezza al mio modo d'intendere l'amore. L'idea mi è venuta immaginando una storia che potesse far pensare al lettore che anche ciò che sembra impossibile a volte grazie all'amore possa diventare reale. Principessa Saranghae rappresenta la mia voglia di sfidare la normalità.
Volevo qualcosa di diverso, di unico ed originale. Volevo qualcosa che potesse essere ricordato per sempre e dimostrare che se credi fermamente in una storia devi lottare per essa e mettere in gioco tutto pur di pubblicarla, anche smettere di scrivere.
Come ti sei trovato a scrivere una vera e propria storia d’amore?
In realtà non faccio altro da anni e a sentire i miei lettori sparsi per il mondo non me la cavo nemmeno tanto male… ah ah ah…
La Corea del Sud e l’Italia, o meglio Roma: due culture diverse ma allo stesso tempo in grado di legarsi come i due protagonisti della storia. Quanto lavoro di ricerca c’è dietro?
Pochissimo, mi sono affidato principalmente a tutti i drama storici che ho visto in questi ultimi anni. Serie televisive che riproducono fedelmente i periodi storici dell’antichità coreana. Unendoli poi alla mia romanità e all’amore che nutro per la città più bella del mondo.
La poesia e la magia di alcune scene colpiscono al cuore, ma cos’hai preferito curare in questo libro: personaggi o ambientazione?
Il mio nuovo romanzo parla principalmente di Yoo una Principessa Coreana del 1300 e di Giulio un ragazzo romano dei giorni nostri proprietario di uno straordinario negozio di palle di neve.
Giulio non è il principe azzurro, Giulio è il Cacciatore innamorato di Biancaneve, un fantasma dell'opera che esce allo scoperto perché non ha nulla di cui vergognarsi, che si sente il protagonista positivo della storia d'amore e vuole stare alla luce del sole con la donna che ama e da cui è riamato.
È il Freddo di Romanzo Criminale nella versione latte e miele e zucchero filato.
Giulio è la vestale che lotta anche da solo come un guerriero del medioevo coreano per tenere il braciere dell'amore acceso sempre e comunque.
L’ambientazione è la spalla dei due protagonisti della storia. I posti sono quegli attori di contorno necessari affinché la storia diventi perfetta come lo Spike di Notting Hill.
Com’è nata l’idea dello Snowball Shop di Giulio?
Se dovessi smettere di fare il barista è una delle eventualità che ho preso in considerazione. Sogno da una vita di aprire un negozio come quello del protagonista di Principessa Saranghae.
Poche righe per invogliare un lettore a prendere in mano il tuo libro e a tuffarsi nella sua storia.
Questo mio libro vuole essere un drama coreano all'italiana, una via di mezzo tra Vacanze Romane, La casa sul lago del tempo, Kate & Leopold e Amarsi un po'.
Questo è Principessa Saranghae una storia d'amore fantasy, ma non troppo…
Una favola per adulti.
Hai qualcosa in cantiere? Un nuovo romanzo?
A maggio presentero’ in anteprima al Salone del Libro di Torino insieme al mio editore Jean Luc Bertoni il mio nuovo romanzo. Sarà un evento epocale per la mia vita da scrittore perché per la prima volta pubblicherò un romanzo non d’amore.
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