Quanto conoscete il genere della Fantascienza? Francesco Carnevale, che di fantascienza ne ha letta parecchia e dalla quale ha tratto spunto per la sua prima serie di racconti, ha deciso di raccontarci il suo punto di vista in questa nuova intervista. Dove potete trovare il suo libro? A fine intervista il link Amazon per ordinarlo.
Parlaci un po’ di te!
Potrei dire che nacqui quando ero molto piccolo.. :) Per ora i miei fans dovranno accontentarsi.
Come hai scoperto la tua passione per la scrittura? Come l’hai coltivata?
Non so se si può scomodare il termine “passione”. Scrivere per me è un gran divertimento, ma è sempre condito dalla speranza che qualcuno possa divertirsi leggendo le mie cose. Inizio a scrivere per un impulso tutto personale, ma poi, inutile negarlo, mi fa piacere se qualcuno apprezza.
Parlaci di come la fantascienza ti ha conquistato.
Avevo una nonna malata in casa e per fargli passare il tempo, mio zio le regalò una certa quantità di Urania. Beh, ovviamente li ho letti anch’io. Trovo che, se ben fatta, la FS sia una ginnastica per la mente, la mantiene sveglia, pronta, attenta al mondo che è intorno a noi. Senza pretese, ma con un pizzico di intelligenza.
Quando scrivi hai già tutta la storia in mente o la elabori strada facendo?
Dipende dai casi. In realtà non ho un vero e proprio metodo, sono discretamente caotico. Spesso so dove voglio andare a parare con una storia, ma c’è molta elaborazione strada facendo. E alla fine rileggere, correggere, limare, levigare. Poi togliere il superfluo, asciugare, ridurre. Sarà il lettore a ricostruire, ad immaginare, ad arricchire con la propria fantasia. Per questo amo il racconto breve e, con il dovuto rispetto, non prediligo i tomi dalle mille pagine.
Hai delle abitudini particolari durante la scrittura?
Bah, abitudini particolari no. Talvolta prendo appunti sparsi, uso computer, tablet. Ultimamente mi servo persino del cellulare, per tenere a mente un’idea, un intreccio, una soluzione, che potrebbe sfuggirmi.
Dove trovi l’ispirazione?
L’ispirazione dipende dalla Musa, quindi se la Musa passa e mi parla all’orecchio, tutto Ok. Se non passa oggi (magari ha da fare), passerà domani. Una volta l’ispirazione per un finale è venuta mentre ero sotto la doccia. Spero che non si sia scandalizzata, la Musa.
Come è cambiata la tua vita scrivendo?
Cambierà se venderò dieci milioni di copie.
Come sono nati i tuoi racconti?
Naturalmente ho letto un bel po’ di FS da ragazzo e non ho mai smesso.
Quanto conta la fantasia in quello che scrivi?
La fantasia è la materia prima.
Nella tua raccolta, i racconti non sono strettamente connessi solo dal genere fantascientifico, ma anche da quello umoristico. Come mai la scelta di unire questi due generi letterari?
Il fatto è che mi viene spontaneo non prendermi sul serio.
Ci sono molti personaggi nelle tue storie. A quale di loro sei più affezionato? E quale invece ti ha dato più “problemi” nel raccontarlo?
Il personaggio di Mr.Kaplan del racconto omonimo. Mi ha solleticato l’idea di un geniale inventore che non vuole assolutamente condividere le sue miracolose invenzioni con l’umanità. Un bel tipo di misantropo, no?
La metafora dell’ignoto: come ce la puoi spiegare?
La metafora dell’ignoto. Mi viene in mente solo che più spesso dovremmo rispondere alla domanda: che cosa succederebbe se..
La fantascienza ci prova.
Poche righe per invogliare un lettore a prendere in mano il tuo libro e a tuffarsi nelle sue storie.
Lo dicevo prima: divertimento e fantasia, è un bel connubio. Non so se ci sono riuscito, ma davvero ci ho provato. Ci provi anche il lettore, poi mi dirà.
Hai qualcosa in cantiere? Un nuovo racconto?
Ho sempre in cantiere un nuovo racconto. Poi bisogna vedere se si realizza.
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