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"Senza esclusione di polpi" di Marcello Lombardi


Spesso lo diciamo anche ad alta voce, quando siamo in libreria e abbiamo bisogno di un consiglio: “Buongiorno, avrei bisogno di una lettura leggera”.


Sembra semplice esaudire questo desiderio, eppure una vera e propria lettura che ci faccia staccare la spina del nostro cervello, che non ci porti a pensare e riflettere, semplicemente senza conseguenze, non esiste.

A volte, dietro quell’umorismo leggiadro o una semplice storia, si nasconde molto di più.

Ce lo insegnarono gli antichi, con le fiabe e le loro morali, e a oggi esiste ancora quello stile e quello scrivere che cela con poche e giuste parole molto più di quanto sembri.


Marcello Lombardi ha adottato proprio questa filosofia.

Il suo “Senza esclusione di polpi”, anche già dal divertente titolo, può sembrare una semplice raccolta di racconti sulla vita, sulle stranezze che la mente di un autore riesce a partorire a a evolvere con la scrittura stessa.

Niente di più semplificativo, e quindi errato.

I racconti nati dalla penna e dalla mente di Marcello hanno una doppia valenza: scrivere un saggio con l’intenzione di far studiare e riflettere chi legge, ha un determinato obiettivo e fuoriuscire da quel binario prestabilito sembra davvero difficile, oltre che inutile; scrivere un’opera comica che ha come obiettivo non solo quello di divertire, ma anche quello di far riflettere, è molto più complesso e difficile di quanto si possa immaginare.


Ma andiamo con ordine e vediamo insieme come Marcello ha deciso d’indirizzare il nostro cervello verso un pensiero costruito, stimolante.


Le sue storie sono varie, con numerosi momenti esilaranti, spesso anche volutamente confusi, e personaggi altrettanto affini a situazioni paradossali… ma non troppo.

Dietro ogni mossa, ogni evento o situazione, si nasconde una leggera critica che passa come un vento caldo ad accarezzare la nostra mente, avvolta dalla lettura.


Qualche esempio: il Dottor Macellaio, che incontriamo sin dalle prime righe del libro, già dal nome si mostra spavaldo del suo vivere in un ossimoro vivente. La morte è protagonista del racconto, ma in veste diversa dal solito: il caro dottore ha commesso un errore fatale, ovvero ha lasciato in vita un paziente che, ahimè, dovrà convivere con questo fardello per l’eternità. Un giovane sfaccendato e suo padre, sbarcano il lunario entrando nel mondo del crimine organizzato che, con la penna di Marcello, si trasforma nel paese dei balocchi dopo il più perfido e cattivo elemento fa beneficienza.

Un povero disoccupato che, quasi maledetto da sua madre, finisce “In mezzo a una strada” nel vero senso del termine, con tanto di via prescelta e imposta da una Società che non perdona.


Le vicende che si susseguono sono molte e l’espressione che ho perennemente mantenuto sul mio volto, durante la lettura, è quella di un intelligente sorriso.

Parlare di morte, di disoccupazione, di come la finzione sia ormai parte della nostra vita o di come la Società abbia sempre raccontato e dipinto in modo distorto il mondo che ci circonda, il tutto avvolto da uno stile fresco, genuino, satirico e a volte anche provocatorio, rende una lettura del genere assolutamente completa e stimolante.

Osservare e riconoscerci (purtroppo) nei due vecchi coniugi litigiosi che credono di vivere nella realtà si sempre, ma si ritrovano prigionieri del meccanismo di una fiction, lascia in bocca quel sapore dolce-amaro della vita, che ci pone davanti sfide che, a volte, sono mascherate appositamente da terzi o da noi stessi, che cerchiamo fortemente di proteggere noi stessi.


Marcello abbatte il muro dell’ipocrisia scrivendo però con “l’inchiostro simpatico”.

Le sue numerose letture e il suo forte desiderio di dire qualcosa, di spiegarsi, hanno fatto sì che questa piccola opera sia un vero gioiello che riesca a pieno nel suo intento.

A detta stessa dell’autore, leggere e scrivere tutto in chiave umoristica è stata una scelta ponderata, anche semplicemente per non cadere nella trappola del “professore” voglioso di divulgare ai suoi adepti.

Nient’affatto, Marcello sa come accompagnarci fra le sue riflessioni che, automaticamente, diventano condivise dallo stesso lettore di turno.

Un intento apprezzabile accompagnato da uno stile ben studiato, mai troppo leggero o troppo pesante. Il giusto equilibrio che forse tutti noi cerchiamo anche nella nostra stessa vita. In confidenza Marcello stesso mi ha citato, in una delle nostre e-mail, l’umorismo e allo stesso tempo la poesia di Charlie Chaplin e del suo cinema genuino ma allo stesso tempo vibrante e potente. Trovare la potenza di un vecchio film degli anni ’30 in uno scritto dei nostri giorni è decisamente un valore aggiunto.


Alcuni estratti più significativi che mi hanno colpita nella raccolta di Marcello:


“Quante posizioni bisogna farsi prima di potersi fare una posizione.” (In mezzo a una strada)


“Anche se il moschetto è inceppato” gli disse il comandante del battaglione “combatterai lo stesso. L’importante sarà non farlo capire al nemico.” (L’altra faccia della medaglia)


Ogni libro aperto è un nervo scoperto, ogni libro chiuso è un cervello fuso. Incancreniti di cultura i sudditi ci fanno paura, incancreniti di ignoranza i sudditi ci fanno abbondanza.” (Il sondaggio)


“Come avrebbero potuto, un giorno, appassionare i loro studenti descrivendogli personaggi come me? Dunque, se come penso io, della guerra vi è toccato vivere l’altra faccia della medaglia, sarete voi a darmi le risposte che io non sono capace di cercare e di trovare. Non è questione di intelligenza, ma di vissuto. Per dare quelle risposte ci vuole il senso della misura. Chi vive una tragedia lo sviluppa. Chi vive una farsa lo seppellisce.” (L’altra faccia della medaglia)

“Come non ne sapeva niente. Sono crollate case, palazzi, i morti non si contano tanti che ne sono e lei, che stava in quei palazzi insieme ai mattoni ed ai ferri, non ne sapeva niente?” urlò esasperato il presentatore televisivo. Come? Io nei palazzi insieme ai mattoni ed ai ferri?” rispose sbigottito il cemento. “Guardi che nei palazzi io non c’ero.” (Io non c’ero) In conclusione, “Senza esclusione di polpi” è un libretto perfettamente equilibrato da uno stile impeccabile e da una materia argomentativa ben studiata e ben elaborata, una raccolta di racconti che va incontro al politicamente scorretto e, proprio per il suo coraggio, fa suo quel lettore mai annoiato che ricerca da sempre l’originalità nel potere delle parole.


Recensione a cura di tastingbooks©

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